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Storia della rimozione tatuaggi

I primi tentativi di rimozione tatuaggi furono eseguiti da Aetius, un medico greco che descrisse nel 543 A.C. una metodica che prevedeva l’utilizzo di sale (salabrasione)
Da allora sono state studiate varie tecniche per la rimozione tatuaggi come l’escissione, la crioterapia, la dermoabrasione, la cauterizzazione, la coagulazione ad infrarossi e l’ablazione con laser, che prevedono la distruzione, la rimozione meccanica, chimica o termica dello strato epidermico,  in modo che i pigmenti possano spostarsi verso la superficie cutanea. Inoltre la risposta infiammatoria, associata all’aumentata attività dei macrofagi, permette un’ulteriore rimozione dei pigmenti durante la fase della guarigione.
Possiamo classificare i metodi di rimozione in tre grandi categorie:

  • metodi meccanici: dermoabrasione, salabrasione ed escissione chirurgica
  • metodi chimici: acido tannico, nitrato d’argento, azoto liquido e fenolo.
  • metodi termici: laser

Metodi meccanici
La dermoabrasione è stata il primo metodo utilizzato per la rimozione tatuaggi; questa tecnica prevede la rimozione tatuaggio attraverso l’abrasione dello strato superficiale della cute fino ad arrivare al derma, dove è contenuto il pigmento. Per cancellare il pigmento può essere utilizzato il sale grosso da cucina: parleremo in questo caso di salabrasione. Questa tecnica, descritta per la prima volta nel 543 D.C. da un medico greco, prevede l’applicazione di un impacco di sale sulla ferita, dopo l’abrasione degli strati superficiale, per 24-36 ore.
Prima dell’avvento della tecnologia laser, il metodo migliore per effettuare la rimozione tatuaggi, con minori effetti collaterali e minori esiti cicatriziali, era l’escissione chirurgica. Le principali limitazioni di questa tecnica sono la dimensione, la sede del disegno e le possibili complicanze che si possono sviluppare nel post-operatorio, come ad esempio cicatrici patologiche, perdita di sensibilità, ritardi di guarigione ecc.
Il problema principale di queste metodiche sono le cicatrici che si formano dopo la rimozione del tatuaggio.

Metodi chimici
Un’alternativa ai metodi meccanici per la rimozione dello strato superficiale della pelle e raggiungere il derma sono i metodi chimici. Nel tempo sono state utilizzate numerose sostanze, come ad esempio l’azoto liquido, il nitrato d’argento, l’acido tannico, il fenolo ecc., ma tutte queste tecniche sono state abbandonate a causa degli effetti cicatriziali che lasciavano al posto del tatuaggio.

Metodi termici
La prima applicazione del laser nella rimozione tatuaggi è stata effettuata negli anni ‘70. Da allora questa tecnologia ha subito una notevole evoluzione, permettendo di migliorare il risultato del trattamento e allo stesso tempo diminuire gli effetti collaterali. Oggigiorno per la togliere tatuaggi vengono utilizzati i laser Q-switched, che permettono un’alta percentuale di successo con pochissimi effetti collaterali.
Possiamo considerare il metodo termico come gold-standard nella rimozione tatuaggi.

 

 

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