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Funzionamento del laser per tatuaggi

Come funziona la rimozione (video) >

Il primo tipo di laser venne messo a punto dal fisico americano Maiman Theodore nel 1959, basandosi sulla teoria di Einstein elaborata nel 1917.
Con il passare degli anni e con la continua evoluzione della tecnologia, il laser ha acquistato sempre più importanza in campo medico.
L’utilizzo del laser nella rimozione tatuaggi ha visto il suo primo utilizzo negli anni ‘70.
Questi primi apparecchi utilizzavano l’argon ed emettevano un’onda laser continua che rilasciava una luce blu-verde, che era assorbita prevalentemente dai pigmenti del tatuaggio. A causa però del fascio continuo, questi primi tentativi producevano cicatrici ben visibili, provocate dall’eccessiva energia termica che si propagava nella cute circostante.
Successivamente, alla fine degli anni ‘70, è stato utilizzato il laser CO2, caratterizzato dall’emissione di un fascio laser continuo con una lunghezza d’onda di 10.600 nm. La sua caratteristica è di poter vaporizzare la superficie cutanea e cancellare così i pigmenti colorati non più desiderati insieme però al tessuto circostante. Inizialmente questo laser veniva utilizzato per togliere tatuaggi in un’unica seduta, cercando di confinare la distruzione dei tessuti fino al livello di profondità di deposizione del colore; questo però portava ad una ferita con profondità variabile, poiché il pigmento del tattoo si deposita a diverse profondità nella pelle. Studi istologici effettuati sulla ferita dopo trattamento con laser CO2 hanno mostrato distruzione del derma e del tessuto sottocutaneo con profondità fino a 5 mm. A causa dei tempi prolungati di guarigione della ferita, molti medici hanno quindi preferito evitare di cancellare tatuaggio in un’unica seduta, preferendo adottare un trattamento più conservativo, basandosi anche sulla capacità di rimozione tatuaggio da parte dei macrofagi durante la guarigione della ferita.
Se, da un lato, questa metodica permette di ottenere eccellenti risultati, poiché riesce ad togliere efficacemente qualsiasi colore, dall’altro il suo difetto principale consiste nel fatto che non distrugge esclusivamente il tatuaggio, ma determina anche un danno termico alla cute vicina, portando così alla formazione di cicatrici ed ipopigmentazioni.
L’evoluzione del laser CO2 è stato il laser infrared coaugulator, che usa un impulso di 1.125 o 1.25 secondi. Questo tipo di luce agisce come quella del laser CO2, ma, grazie alla minore durata dell’impulso, garantisce una guarigione della ferita più veloce, benché ne permangano gli effetti indesiderati.
I continui miglioramenti tecnologici hanno permesso la creazione del Q-switched, attualmente il miglior laser per la rimozione tatuaggi. Questo laser permette di cancellare tatuaggi attraverso la fotodermolisi, con minimi danni a derma ed epidermide. Il laser, che ha una determinata lunghezza d’onda, viene assorbito esclusivamente dal colore del tatuaggio ed ha un impulso brevissimo, della durata di 10-20 nanosecondi, riuscendo così a non danneggiare le strutture adiacenti.
Questo tipo di laser viene utilizzato dalla maggior parte dei medici per la rimozione tatuaggi.

 

 

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